Approvato definitivamente dal Senato il 3 giugno con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione, il Decreto Sicurezza è ora legge. Il provvedimento, fortemente voluto dal governo Meloni e approvato in entrambe le Camere con voto di fiducia, introduce misure stringenti su più fronti: sicurezza pubblica, manifestazioni, cannabis light, occupazioni abusive, criminalità e giustizia penale.
Si tratta di un testo articolato, che ha generato forti tensioni politiche e proteste in Aula. Le opposizioni lo definiscono un “giro di vite autoritario”, mentre l’esecutivo rivendica un rafforzamento della legalità come “pilastro della libertà”.
Proteste in Senato: cartelli e urla in Aula
La seduta del Senato che ha ratificato il decreto non è stata priva di tensioni. Le opposizioni hanno inscenato una protesta durissima, esplosa dopo le parole del senatore Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), presidente della Commissione Affari Costituzionali, che durante il suo intervento ha dichiarato: «Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità».
Immediate le reazioni da parte dei senatori di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra: urla, cartelli con la scritta “Denunciateci tutti”, cori di “Vergogna!” e un sit-in simbolico davanti ai banchi del governo. Balboni ha poi chiarito che si trattava di una “domanda retorica” e ha chiesto scusa, ma il clima è rimasto rovente. Le opposizioni hanno chiesto e ottenuto la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo, prevista per l’indomani.
Meloni: “Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato con entusiasmo l’approvazione del decreto, definendolo «un passo decisivo» per rafforzare la tutela dei cittadini. In un messaggio pubblicato sui social, ha scritto:
«Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa. Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione».
Meloni ha sottolineato in particolare il contrasto alle occupazioni abusive, le nuove tutele per gli agenti e le misure a difesa degli anziani.
Cosa prevede il Decreto Sicurezza: tutte le misure
1. Divieto totale della cannabis light
Vietata produzione, commercio e trasporto delle infiorescenze di cannabis, anche a basso contenuto di THC. Bloccata l’intera filiera della cosiddetta “cannabis light”, anche se destinata a uso tecnico o collezionistico.
2. Più tutela per le forze dell’ordine
Inasprimento delle pene per lesioni, resistenza e violenza contro pubblici ufficiali, con aggravanti specifiche per chi aggredisce agenti della polizia giudiziaria o impegnati in opere pubbliche. Autorizzate le bodycam anche nei luoghi di custodia. Introdotto un rimborso spese legali fino a 10.000 euro per gli agenti coinvolti in procedimenti legati al servizio.
3. Reato di occupazione abusiva
Introdotto il nuovo reato di occupazione arbitraria di immobile. La polizia giudiziaria potrà ordinare il rilascio immediato senza attendere l’intervento del giudice, con l’obiettivo di accelerare gli sgomberi.
4. Rivolte in carcere e nei CPR
Nuovo reato per chi partecipa a rivolte o forme di resistenza passiva nei penitenziari o nei centri per il rimpatrio. Pene da 1 a 5 anni in carcere e da 1 a 4 nei CPR. Se ci sono lesioni gravi o morte, la pena può arrivare fino a 18 anni.
5. Blocchi e proteste: pene più dure
Blocco stradale e ferroviario diventano reati penali. Aggravate le pene per reati commessi nei pressi di stazioni e mezzi pubblici. Esteso il Daspo urbano anche a chi è stato denunciato (anche senza condanna definitiva) per reati contro la persona o il patrimonio. Previsto l’arresto in flagranza differita per lesioni gravi a pubblici ufficiali durante le manifestazioni.
6. Terrorismo e radicalizzazione online
Nasce il reato di detenzione di materiale con finalità terroristiche (pena: da 2 a 6 anni). Viene inoltre punita la diffusione online di istruzioni per atti violenti o sabotaggi.
7. Antimafia: più controlli sui contratti di rete
Estese le verifiche antimafia alle imprese che partecipano a contratti di rete. Il prefetto non potrà più limitare gli effetti delle interdittive in nome della sussistenza familiare, riducendo la discrezionalità.
8. Usura: sostegno concreto alle vittime
Gli imprenditori che denunciano l’usura saranno affiancati da un esperto, incaricato di supportarli nel reinserimento nel tessuto economico e sociale legale.
9. Maggiore tutela per minori e anziani
Pene più severe per chi impiega minori nell’accattonaggio. Introdotta una forma aggravata di truffa ai danni degli anziani: reclusione da 2 a 6 anni e multe fino a 3.000 euro.
10. Maternità e carcere: nuove regole
Rimosso l’automatico rinvio della pena per donne incinte o madri con figli piccoli, se sussiste rischio di recidiva. Previste misure differenziate in base all’età del figlio: sotto l’anno o tra 1 e 3 anni.
Un decreto che divide
Il Decreto Sicurezza rappresenta uno spartiacque nel dibattito sulla legalità e i diritti civili in Italia. Per il centrodestra è un segnale forte di lotta all’illegalità e sostegno alle forze dell’ordine. Per le opposizioni, è un testo punitivo che restringe spazi di protesta, criminalizza la povertà e colpisce categorie vulnerabili. La battaglia politica è appena cominciata.