Referendum e diritto all’informazione: +Europa accusa la Rai di oscuramento, Magi annuncia azioni legali
La preoccupazione riguarda il diritto dei cittadini a essere informati: la mancanza di visibilità sui referendum, secondo il segretario di +Europa, sarebbe una strategia per favorire l’astensione, aggirando così il confronto sul merito delle proposte referendarie

La questione referendaria torna al centro del dibattito politico e mediatico, con accuse dirette contro la gestione dell’informazione da parte del servizio pubblico. Riccardo Magi, segretario di +Europa e presidente del Comitato promotore del Referendum Cittadinanza, denuncia pubblicamente quella che definisce una vera e propria strategia di oscuramento dell’informazione referendaria da parte della Rai.

La denuncia: "Oscuramento deliberato dei referendum"

Magi punta il dito contro due aspetti critici: da un lato, il comportamento del governo e della maggioranza, dall’altro, la gestione dell’informazione da parte della Rai.

“Da una parte abbiamo un governo di destra che invita all’astensione, con figure istituzionali come il presidente del Senato che dichiarano apertamente di voler fare campagna per far restare la gente a casa. Dall’altra, un’informazione pubblica che oscura il tema, nonostante gli impegni presi dai vertici Rai”, afferma Magi.

La preoccupazione riguarda il diritto dei cittadini a essere informati: la mancanza di visibilità sui referendum, secondo il segretario di +Europa, sarebbe una strategia per favorire l’astensione, aggirando così il confronto sul merito delle proposte referendarie.

Il nodo delle tribune elettorali e della Vigilanza Rai

Particolare critica viene rivolta alla programmazione delle tribune elettorali referendarie, previste per la seconda metà di maggio, con spazi limitati e collocati in orari di scarso ascolto.
“Il regolamento attuale finisce per favorire l’astensione più che garantire una corretta informazione”, sottolinea Magi.

Anche la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai finisce nel mirino: l’organo deputato a controllare il corretto funzionamento del servizio pubblico sarebbe bloccato dall’ostruzionismo della maggioranza parlamentare, impedendo così di affrontare il tema in modo trasparente.

Azioni legali in arrivo

Di fronte a quella che viene definita una "censura mascherata", Magi annuncia iniziative legali per tutelare il diritto dei cittadini a essere informati.

“Non possiamo arrenderci a questo oscuramento. Ci stiamo preparando a presentare azioni legali per contrastare l’uso distorto dell’informazione pubblica in questa fase delicata”, dichiara.

Con l’avvicinarsi delle date del voto, fissate per l’8 e 9 giugno, cresce dunque la tensione tra chi promuove la consultazione referendaria e chi, secondo Magi, sta cercando di neutralizzarla attraverso la mancata informazione.

Informazione e democrazia: una questione di diritto

La vicenda solleva un tema centrale per il diritto all’informazione e il corretto svolgimento dei processi democratici. I referendum rappresentano uno strumento di partecipazione diretta dei cittadini, e la loro efficacia dipende in larga parte dalla qualità e dall’accessibilità dell’informazione.

In questo contesto, il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo è cruciale. La gestione della comunicazione istituzionale, specie in periodo referendario, non può prescindere dal rispetto dei principi di pluralismo, imparzialità e completezza dell’informazione.

Se le accuse di +Europa troveranno fondamento nelle sedi legali, il caso potrebbe aprire un importante dibattito giuridico e politico sul rapporto tra informazione pubblica e partecipazione democratica.

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