Meta ha siglato un accordo ventennale con Constellation Energy, il principale operatore di centrali nucleari negli Stati Uniti, per garantire energia pulita ai propri data center. L’intesa prevede il mantenimento in attività del Clinton Clean Energy Center, un impianto nucleare situato in Illinois, che avrebbe altrimenti cessato le operazioni nel 2027 con la fine dei sussidi pubblici.
Questo passo rappresenta una strategia chiara: soddisfare l’enorme fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale con fonti a zero emissioni. Con una domanda in costante aumento, spinta dai sistemi generativi e dai modelli di machine learning, le big tech stanno cercando soluzioni stabili, sostenibili e a lungo termine per alimentare le proprie infrastrutture.
AI e nucleare: una nuova alleanza strategica
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), entro il 2030 la domanda di elettricità da parte dei data center raddoppierà, arrivando a 945 TWh all’anno, pari al consumo attuale del Giappone. I soli data center ottimizzati per l’intelligenza artificiale potrebbero quadruplicare il loro assorbimento energetico nei prossimi cinque anni.
Il consumo di un singolo centro dati può raggiungere i 100 megawatt, pari a quello di 100.000 abitazioni. A rendere ancora più critico il quadro è la concentrazione geografica di queste strutture, che crea forti pressioni sulle reti elettriche locali.
Un impianto salvato dalla chiusura
Il Clinton Clean Energy Center, con una capacità attuale di 1.121 megawatt, è in grado di fornire energia a circa 800.000 case. Grazie alla nuova partnership, l’impianto vedrà un incremento di 30 megawatt nella produzione di energia pulita e potrà operare fino al 2047, subordinatamente al rinnovo della licenza federale.
Oltre al beneficio ambientale, l’accordo garantirà importanti ricadute economiche: il mantenimento di 1.100 posti di lavoro, 13,5 milioni di dollari in entrate fiscali annue e 1 milione di dollari in donazioni benefiche per il territorio, distribuiti in cinque anni.
Un modello che si diffonde
L’iniziativa di Meta si inserisce in una tendenza più ampia. Anche Microsoft, Google e Amazon stanno stringendo accordi simili per assicurarsi fonti energetiche stabili e a basse emissioni. Microsoft, ad esempio, ha recentemente riattivato la centrale di Three Mile Island in Pennsylvania grazie a un’intesa con la stessa Constellation Energy.
Nel 2024 Meta aveva già tentato un’operazione simile in Pennsylvania, ma il progetto fu bloccato a causa di vincoli ambientali, tra cui la presenza di una specie protetta nelle vicinanze dell’area destinata al nuovo data center.
L’energia come prerequisito dell’intelligenza artificiale
Mentre l’intelligenza artificiale promette di rivoluzionare il settore energetico migliorando l’efficienza e la gestione delle reti, il paradosso è che essa stessa è una tra le principali fonti di pressione sul sistema elettrico. Ogni chip specializzato per l’AI, come l’H100 di Nvidia, può assorbire fino a 700 watt, contribuendo a una domanda energetica che cresce più rapidamente dell’offerta.
La sfida è ormai chiara: sviluppare intelligenza artificiale significa prima di tutto garantire l’accesso a energia sicura, pulita e costante. Il nucleare, per molte tech company, sembra essere tornato al centro di questa strategia.
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